I volontari “antibracconaggio” sulla tv rumena

Domenica 21 Gennaio sulle sponde del Canale Circondariale di Ostellato i volontari delle associazioni FIPSAS, Eurocarp Club, UPE – Unione Pescatori Estensi ed Arci hanno profittato dell’incontro con le telecamere di Digi24, il Tg nazionale rumeno, per parlare di contrasto al bracconaggio nelle acque interne. Per circa tre ore si sono susseguiti numerosi interventi da parte dei pescatori sportivi che frequentano le acque ferraresi, tra questi hanno spiccato come protagonisti quattro ragazzi di origine rumena, che da anni combattono come volontari la piaga della pesca illegale nel nostro territorio. Ciò che è stato ampiamente chiarito sin da subito è che il contrasto alla pesca illegale, che avviene quotidianamente, è uno scontro impari tra legalità e illegalità, tra chi rispetta e difende il proprio territorio e chi invece fa della sua distruzione un macabro business. Il motivo di quest’intervista, voluta direttamente dal Consolato Rumeno, e che verrà trasmessa sulla loro Tv nazionale era puntare di nuovo i riflettori su quest’attività illegale, realizzata mediante bande organizzate, che coinvolge ormai il Delta del Danubio in Romania, ed il Delta del Po in Italia. Dal dialogo col giornalista è emerso che, mentre qui in Italia i fondi per la tutela ambientale sono stati falcidiati negli anni e solamente i corpi di Polizia Provinciale, i Carabinieri e le squadre di volontari si occupano attualmente di tale problematica, in Romania ben 10 diversi corpi di forze dell’ordine, compresa la squadra speciale SAS Tulcea, si occupano esclusivamente di tutelare dai reati ambientali il Parco del Danubio, patrimonio UNESCO, al pari del Parco del Delta del Po. Ancora è emerso che molti individui con precedenti penali in Romania, alcuni dei quali legati direttamente al bracconaggio, persone a cui la pesca di professione è stata interdetta definitivamente nel loro paese di origine, sono liberi di trasferirsi nel nostro territorio e nelle province limitrofe, ottenere la licenza di pesca di professione, e praticare liberamente la pesca di frodo con eletrostorditore avvalendosi, peraltro, della bolla autocertificativa che regolarizza qualsiasi loro trasporto, anche quello effettuato con tecniche vietate in acque dove la pesca di profesione non è consentita. Occorrerebbe perciò provvedere al più presto ad un adeguamento di forze, considerando che in Romania tale fattispecie di reato è configurata come associazione per delinquere (in gergo locale, Mafiot Pescuit – Mafia del Pesce) mentre in Italia la pesca illegale organizzata è considerata un semplice reato contravvenzionale, difficilmente perseguibile, e con troppe poche forze schierate a contrasto.

Fipsas Ferrara